E' tanto l'interesse per una riforma previdenziale ancora tutta da scrivere, sia per gli addetti ai lavori, per chi è già in pensione e per chi ci andrà. Per questo a Serravalle, il più atteso è il segretario Roberto Ciavatta. "Il confronto sul testo ancora non c'è stato", dice; dopo che a luglio la bozza è stata consegnata alle parti sociali e datoriali, ma è pronto a confronti settimanali pur di arrivare ad un documento condiviso, anche dopo dicembre; data fissata da un odg consiliare.
Intanto il segretario Usl mette in fila le portate: nella bozza aumentano i contributi, la tassa di solidarietà, ma non si tocca il welfare, non si parla di lavori usuranti né di opzione donna. Giorgia Giacomini chiede interventi contestuali di riforma del mercato del lavoro ed equità fiscale. Su una cosa è in sintonia con il segretario di Rete, aprire ai pensionati una finestra lavorativa non solo nella sanità.
La riforma previdenziale del 2011, che ha introdotto il secondo pilastro, è già in vigore. Ma andrà a regime nel 2051, quando le pensioni saranno circa il 60% dell'ultimo stipendio. In questi 30 anni i fondi andranno in sofferenza, perché chi è in pensione percepisce più di quello che ha versato. Ciavatta snocciola un dato su tutti: 'nel 2030 su 190 milioni di versamenti, ci sarà un esborso di 314 milioni'.
Maggiore aspettativa di vita e meno lavoratori rispetto ai collocati a riposo, fanno il resto. Ecco spiegato l'innalzamento dell'età pensionabile a 103, con 63 anni di vita e 40 contributivi per uscire dal lavoro. "In Italia si va in pensione più tardi rispetto al resto d'Europa - spiega Domenico Proietti, della Uil, che chiede un riallineamento all'Unione. Impegnato in queste ore su un altro tavolo difficile con Draghi, suggerisce 'Flessibilità e Volontarietà'. Nella serata che mette a confronto San Marino Italia ed Eu, proprio la Ces, Confederazione Europea dei sindacati, per voce di Marina Monaco, chiede di allargare l'orizzonte. Nel futuro dell'Europa, va garantito il diritto all'esistenza e pari dignità alla popolazione che invecchia.
Poi si torna alla bozza: "Sistema multipilastro; regime agevolato per le donne; ipotesi Tfr volontario; carriere di lungo corso", Alessandro Bugli, estensore della riforma, sintetizza la situazione "Una perdita d'acqua impressionante" e rimette sul tavolo le questioni sammarinesi. E Renato Nibbio Bonnet, del Consiglio di Previdenza, ne aggiunge un'altra: nuove regolamentazioni per gli investimenti dei fondi pensione e massima trasparenza. Si rivolge al Segretario Ciavatta e chiede un intervento normativo che consenta i pubblicare 'come, quanto e dove' sono stati investiti i soldi accantonati. David Rosei, del Comitato Fondiss, aggiunge altra legna al fuoco: il secondo pilastro ha dieci anni, è in buona salute, incamera circa 24 milioni all'anno, ma ha una operatività finanziaria limitata, e limitati sono i rendimenti, non potendo avere accesso al libero mercato.
Dal 3 novembre riparte il confronto e il segretario generale Usl spera di portare al tavolo posizioni sindacali unitarie, conclude guardando in platea i rappresentanti di Csdl e Cdls.