Affrontare i macro-temi in maniera condivisa: questo l'obiettivo del Consiglio direttivo dell'Unione Artigiani che invita gli associati a parlare di questioni di primaria importanza per la categoria. Si parte dalle pensioni e dall'analisi del testo di riforma inviato dalla Segreteria di Stato alla Sanità per capirne l'orientamento e le finalità. Si passa quindi ad affrontare la parte relativa agli assegni familiari. “Tra i lavoratori autonomi – ricorda il segretario Unas - siamo gli unici a doverli corrispondere. Ma se fino a poco tempo fa poteva avere un senso, oggi – osserva Pio Ugolini - con l'apertura delle licenze, diventa discriminante per la nostra categoria perché pesa molto sul carico contributivo, fino al 5,6%”. Strettamente collegate tra loro le questioni indennità di malattia e maternità. La prima per la categoria si calcola sulla base dei redditi dichiarati negli anni. Eppure – evidenzia il rappresentante degli artigiani – se un imprenditore non dichiara alcunché oppure pochi guadagni perché nell'arco di un anno ha solo investito o quasi nella propria attività, la diaria risulta nulla o molto bassa. Lo stesso discorso – dice il segretario – vale anche per la maternità che viene considerata, per l'appunto, come malattia, e non tutelata a sufficienza”. La proposta di Unas è pertanto quella che entrambe – indennità malattia e maternità – possano essere calcolate sul reddito minimo contributivo e non sull'utile. A tal proposito, raggiunta la necessaria condivisione – annuncia infine Ugolini – presenteremo un'istanza d'Arengo il prossimo 8 aprile con le nostre rivendicazioni. “Piccole cose che vanno al di là del campanilismo – conclude - ma puntano alla tutela dell'artigiano, specialmente se è donna”.
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