Si confermano tempi duri per le attività commerciali sammarinesi che stentano a ripartire nel dopo lockdown. Situazione per nulla rosea anche in Riviera.
Diverse le licenze commerciali che risultano sospese sul Titano per effetto del Covid ma quel “che si prospetta ed è stato già fatto presente ai rappresentanti istituzionali, – evidenzia la Presidente USC, Marina Urbinati – sono le tante segnalazioni di mancati ordini e acquisti di merce per l'autunno”. Ciò significa che coloro che hanno riaperto dopo il lockdown, specialmente nel settore abbigliamento e calzature, ci stanno provando ad andare avanti ma restano in attesa di vedere prima di tutto se riusciranno a svuotare i propri magazzini, smaltendo la merce in giacenza. La tendenza è di usare cautela, di non fare cioè 'il passo più lungo della gamba'. In giro si notano infatti un po' ovunque cartelli che indicano svendite e promozioni. “Se il tentativo tuttavia non dovesse riuscire, si profilano mesi piuttosto difficili"
"Sempre più in difficoltà – segnala ancora l'USC - le attività commerciali legate all'edilizia, comparto bloccato ormai da anni, incluse quelle dedite alla vendita di materiale elettrico o idraulico”. “Se solo in questi quattro anni – rileva la Urbinati - avessimo avuto come Paese la lungimiranza di ascoltare le istanze avanzate, dati alla mano, dalle associazioni di categoria, purtroppo invece scambiate per chiacchiere o lamentele, le cose ora andrebbero diversamente”.
Altro settore in forte crisi risulta quello delle forniture di prodotti energetici: in base alle stime USC, i distributori di carburante nei primi sei mesi dell'anno registrano in media perdite del 30-40%, “percentuale significative – fanno notare - non solo per gli stessi esercenti ma anche in termini di mancato incasso per lo Stato, normalmente calcolato in 40 milioni, ma che di questo passo scenderebbe fino a 10-12 milioni di minori introiti”.
La situazione delle attività commerciali è persino peggiore in Riviera: 101 i negozi di abbigliamento che hanno chiuso nel primo trimestre dell'anno in provincia di Rimini – praticamente “un negozio chiuso al giorno” - e tutto fa già presagire – sostiene Confcommercio - “che i dati del secondo trimestre, causa Covid, faranno decisamente tremare i polsi”.