Mentre la politica si confronta sull'introduzione dell'Iva, l’Unione Commercio e Turismo "esige che questi provvedimenti vengano valutati in maniera oculata e basati su informazioni reali". Rappresentiamo, sottolinea una nota, il 22% dell'intero Sistema Economico e le tasse sugli utili versati sono superiori al 20% del totale versato da tutte le aziende. Il sistema di accertamento elettronico dei ricavi, rivolto maggiormente alle imprese commerciali al dettaglio, è pari al 18% del volume d’affari complessivo. Il commercio, prosegue la nota, genera circa 40 milioni di euro di monofase al netto delle esportazioni e altre decine di milioni di euro dei carburanti. Eppure si continua a perseguitare la categoria considerarla come una sorta di male del Paese. Da tempo, scrivono, "si fa un gran parlare" di monofase non riscossa mentre assistiamo ad una "lotta" della mancata smaccata del caffè e brioches, quando è evidente che la fetta grossa da riconsiderare è quell'80% al di fuori del circuito delle certificazioni. Vista la dichiarazione della responsabile dell’Agenzia delle Entrate italiana che ha definito “San Marino un’enclave dell’Italia con cui bisogna fare i conti” , a cosa serve, chiede l'Us, il processo di internazionalizzazione? E’ rivolto al Turismo o si cerca, come sempre, il modo di bypassare l’Italia per altri scopi?
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