“Non abbiamo chiesto noi il ripristino della zona bianca; ci eravamo rivolti al Segretario di Stato per presentargli la situazione della centrale, che era già difficile, e si era ulteriormente aggravata con l'emergenza Covid”. Precisazione significativa quella della Presidente della Cooperativa Agricola Latte Sammarinese, Martina Salvi; all'indomani di una notizia che sta facendo discutere: la delibera del Congresso, del 21 aprile, che reintroduce – per 5 anni - quella che alcuni definiscono una posizione di monopolio, “cancellata” sul finire della precedente legislatura. Non manca, in realtà, una novità, rispetto al passato. Perché il regime di esclusiva, nella vendita in territorio del latte vaccino fresco e a lunga conservazione, sarà limitato a supermercati, discount e punti vendita di generi alimentari. Il vincolo nell'acquisto, insomma, non riguarderà bar e ristoranti; e questo, forse, per andare incontro alle esigenze di imprenditori già duramente colpiti, in questo periodo.
Il Governo ha dato comunque mandato al Segretario Canti di predisporre un decreto-legge che recepisca i contenuti della delibera. Si apre ora una fase di confronto. “Nei prossimi giorni – afferma Martina Salvi -, sono previsti incontri con i rappresentanti della grande distribuzione per cercare di capire se si possa procedere come in passato; o se sia invece opportuno individuare soluzioni alternative”. Di certo, per i 13 dipendenti della Cooperativa, e le 5 aziende agricole che forniscono la materia prima, si tratta di una boccata d'ossigeno, dopo lunghi mesi di gravissima incertezza. La Presidente sottolinea come il debito della Centrale fosse stato determinato anche dal mancato rispetto della “zona bianca” da parte di decine di punti vendita in territorio. “Situazione – afferma Martina Salvi – che avevamo prospettato al precedente Esecutivo, senza ricevere tuttavia alcun riscontro”. Ad incidere negativamente, continuano dalla Cooperativa, anche l'esborso per la ristrutturazione della Centrale, che ha comportato maggiori oneri per oltre 900.000 euro, rispetto ai 500.000 inizialmente previsti.
La situazione potrebbe ora volgere al meglio, con la delibera del Governo, che prevede – fra le altre cose – l'assunzione da parte dello Stato dei costi per la realizzazione del nuovo depuratore, oltre all'accesso a contributi e mutui per un altro intervento riguardante un ascensore. La Cooperativa, dal canto suo, dovrà terminare entro l'anno gli interventi edilizi sull'immobile concesso in uso.