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10 anni dal terremoto in Emilia. Mattarella nel Modenese per la commemorazione

20 mag 2022

Alle 4.03 del 20 maggio 2012 la terra trema, una scossa di magnitudo 5.9 con epicentro a Finale Emilia, devastando il territorio e insieme la quotidianità di una Regione. Nove giorni più tardi l'incubo ritorna: il sisma colpisce Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro causando il maggior numero di vittime; molte delle quali nei capannoni dove si stava lavorando per riparare le strutture già lesionate dalla prima scossa. A dieci anni di distanza, l'Emilia-Romagna ricorda quella tragedia: i 28 morti, 300 feriti, 45.000 sfollati, i danni gravissimi al patrimonio artistico, all'edilizia rurale, industriale, civile stimati per 13 miliardi di euro. Ma anche "una ricostruzione esemplare", "una capacità di reazione straordinaria", "una grande risposta corale": nelle parole del presidente della Regione Stefano Bonaccini, il plauso per come Vasco Errani, suo predecessore, e i sindaci del 2012 seppero gestire l'emergenza prendendo per mano le comunità, capaci poi di avviare con laboriosità la rinascita. “Un patrimonio comune che deve rimanere”. Quindi il presente. “Se oggi dobbiamo fronteggiare un'emergenza è quella energetica, delle forniture delle materie prime, dei cantieri che rischiano di bloccarsi rallentando qui la ricostruzione”.

Storia di una comunità simbolo di resilienza, celebrata anche dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella nel Modenese, prima a Medolla per la deposizione di una corona al monumento dedicato alle vittime del terremoto; poi a Finale Emilia per l'inaugurazione della nuova sede della banda musicale Rulli Frulli. “Dal terremoto e dalla pandemia sono giunti degli ammaestramenti, delle esperienze. La forza di una comunità risiede nella partecipazione, nel rendersi conto che ciascuno di noi - nessuno escluso - ha bisogno degli altri. Nella consapevolezza che le istituzioni sono più forti se i cittadini si riconoscono in esse e vi trovano un ancoraggio sicuro, specialmente nei momenti di maggiore difficoltà. E' insieme che possiamo edificare l'avvenire. Per costruire una realtà migliore, più funzionale, più giusta, non per tornare semplicemente al tempo di prima”, così il presidente Mattarella parlando a Medolla.





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