In un Rapporto appena pubblicato dal titolo “Pandemie, l'effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi”, il Wwf evidenzia che "i cambiamenti di uso del suolo e la distruzione di habitat naturali come le foreste sono infatti responsabili dell'insorgenza di almeno la metà delle zoonosi emergenti". "La deforestazione, spesso legata a pratiche illegali, agricoltura intensiva, zootecnia e cambiamenti climatici, sfocia nell'aumento esponenziale degli incendi", sottolinea l'associazione ambientalista nel rapporto Foreste. Di qui l'appello lanciato il 21 marzo, Giornata mondiale delle Foreste, per la salvaguardia delle aree verdi: solo la deforestazione – si legge - produce dal 12% al 20% delle emissioni di gas serra e questo la rende una delle cause principali del riscaldamento globale.
Dopo un 2019 di fuoco per Amazzonia, Bacino del Congo, Artico e Indonesia, l'inizio del 2020 ha visto l'Australia fronteggiare i roghi più catastrofici di sempre. "Qui si stima che oltre un miliardo di animali siano morti nelle fiamme e più di 12 milioni di ettari siano andati in fumo. Non è più confortante la situazione dell'Amazzonia, dove abbiamo ormai perso più del 17% della superficie forestale e stiamo drammaticamente raggiungendo un punto di non ritorno, che diversi autorevoli scienziati indicano intorno al 25% del complessivo ecosistema amazzonico distrutto: oltre questo punto le foreste non saranno più in grado di svolgere le loro funzioni ecologiche e potrebbero arrivare al collasso, lasciando dietro di sé erosione, siccità e aride savane".
Italia in controtendenza: aumentano infatti boschi e foreste gestite in maniera sostenibile; il 2019 si è chiuso infatti positivamente con una superficie certificata di 881.068,93 ettari, oltre 62.000 in più rispetto al 2018 quando erano 819.017,06, segnando un aumento percentuale del 7,6%. A confermarlo è il Rapporto Annuale del PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), l’ente normatore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale. La superficie forestale certificata più estesa si conferma quella del Trentino Alto-Adige con i 300.445 ettari gestiti dal Bauernbund – Unione Agricoltori di Bolzano, cui si aggiungono i 261.428,81 ettari cumulativi curati nella provincia di Trento che comprende l’area gestita dal Consorzio dei Comuni Trentini – AR Trentino e dalla Magnifica Comunità di Fiemme. Al secondo posto il Veneto, poi il Friuli Venezia Giulia.