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Allarme peste suina nel nord-ovest, Confagricoltura: “Salvaguardare allevamenti e filiera”

Casi accertati di Psa tra Piemonte e Liguria. Crescono i timori per l'export di carne; in ballo 1,7 miliardi di euro

14 gen 2022
Foto: Confagricotura
Foto: Confagricotura

Dopo un paio di carcasse di cinghiali trovate nei boschi tra Piemonte e Liguria, è incominciato l'allarme per cacciatori, agricoltori e allevatori per casi di Peste suina africana, “una malattia virale – si legge sul sito del ministero della Salute – che colpisce suini e cinghiali”. “Altamente contagiosa e spesso letale per gli animali - continua la nota -, non è invece trasmissibile agli essere umani”. Secondo gli esperti del ministero, il virus riscontrato in Piemonte corrisponde a quello circolante in Europa da alcuni anni.

Ora nella zona stabilita come infetta, che comprende 114 comuni di cui 78 in Piemonte e 36 in Liguria, sono vietate le attività venatorie di qualsiasi tipologia. Ammessa solo la caccia di selezione al cinghiale come strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus, come previsto da un'ordinanza. Per il momento è poi vietato raccogliere funghi e tartufi, così come pescare, praticare trekking, mountain bike e le altre attività di interazione diretta o indiretta coi cinghiali infetti. Obiettivo è "porre in atto ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della Psa e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati".

Alla preoccupazione della propagazione del virus, si aggiunge quella legata all'economia e alla depressione del mercato interno e dell'export. Già Kuwait, Cina, Giappone e Taiwan hanno deciso per una sospensione temporanea dell'import di carni e salumi made in Italy, mentre la Svizzera ha disposto restrizioni, come annunciato da Confagricoltura, secondo cui la situazione critica sarebbe stata evitata “con l’azione di contrasto sollecitata da tempo a tutti i livelli nei confronti della proliferazione dei cinghiali”. Ora – aggiunge - “è necessario agire con la massima tempestività ed efficacia nel campo della sorveglianza e delle misure di biosicurezza per la protezione degli allevamenti”. “In questa fase – prosegue il presidente Massimiliano Giansanti – è anche fondamentale il rigore delle informazioni ai consumatori, evitando altresì qualsiasi speculazione commerciale”.

Intanto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ritiene che “l'adozione del provvedimento che consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza” sia “tempestiva”. "Adesso serve subito - chiede Prandini - un'azione sinergica su più fronti anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l'attività dei prefetti e delle forze dell'ordine e compensare gli eventuali danni economici alle imprese. Si ravvisa infine la necessità di avviare iniziative comuni a livello europeo perché - conclude - è dalla fragilità dei confini naturali del paese che dipende l'elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplare portatori di peste".




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