Ogni anno la temperatura aumenta e la situazione è sempre più critica. In Emilia-Romagna, la siccità iniziata nel 2016 è peggiorata nel 2017: i giorni piovosi sono stati solo 92, valore più basso dal 1961. Le precipitazioni invernali sono state pochissime, infatti marzo 2017 è stato tra i più caldi degli ultimi 60 anni. L'estate siccitosa è finita in settembre, il più fresco degli ultimi 15 anni (la temperatura è scesa di 8 gradi rispetto ad agosto), ma con precipitazioni che non hanno riparato il danno di un intero anno.
Il 2019 è stato l'anno più caldo di sempre. Infatti, la temperatura è aumentata di due gradi in tutta Europa, Romagna compresa. Si sono misurati in media 18,8°C, il secondo valore più alto dal 1961.
Nel 2020, a gennaio la temperatura è aumentata di quasi 3 gradi, infatti, nel primo quadrimestre dell'anno è piovuto un terzo della media di Israele, uno dei paesi più siccitosi al mondo. Febbraio con 7.7 gradi ha superato di 4 gradi la media. Piogge e nevicate esigue hanno contribuito al peggioramento della situazione: 9,6 millimetri in confronto ai 65 millimetri della media. La primavera 2020 è stata la più secca dal 1950. Questa stagione è statisticamente la seconda più piovosa dell'anno dopo l'autunno, e se eccessivamente secca, comporta problemi più o meno seri di approvvigionamento idrico.
Quest'anno, in Romagna, giugno 2021 si classifica come quinto più caldo: 2,3 gradi in più rispetto al trentennio 1981-2010 e 3 gradi in più rispetto al trentennio 1971-2000, secondo le analisi del meteorologo Pierluigi Randi, peggiorando ancora di più la situazione relativa alla siccità. Inoltre, il livello del Po è sceso del 25-30% rispetto alla media. Questo ha causato danni alle coltivazioni del territorio, messe a dura prova dai due anni passati di aridità, superati grazie all'acqua del Canale Emiliano Romagnolo. Se non pioverà almeno in Lombardia e Piemonte, presto si raggiungerà la soglia di pre-allarme, in cui si dovranno mettere in pratica delle misure di emergenza.