Logo San Marino RTV

Anmco: ogni anno 130-150mila casi infarto, progetto per calo mortalità

Fondamentale l'assistenza territoriale dopo il ricovero

18 mag 2024
Furio Colivicchi, past president Anmco
Furio Colivicchi, past president Anmco

Ogni anno in Italia si registrano da 130.000 a 150.000 nuovi casi di infarto miocardico acuto: oltre 25.000 pazienti muoiono prima di arrivare al ricovero. L'8% dei pazienti ricoverati muore entro 30 giorni dalla dimissione dall'ospedale. E circa l'8-10% muore entro un anno. I dati sono stati illustrati dall'Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri), che nel corso del suo 55esimo congresso di cardiologia in corso a Rimini ha presentato i risultati di un progetto formativo dell'associazione per valutare la pratica clinica e l'appropriatezza delle procedure nella gestione dei pazienti con diagnosi di infarto miocardico acuto, per ridurre l'incidenza dell'infarto e la mortalità durante e dopo il ricovero. Le tecniche di rivascolarizzazione hanno permesso di dimezzare la mortalità entro i 30 giorni, che in passato superava il 15%.

La mortalità fuori ospedale, invece, non è migliorata. "Dai dati raccolti - ha dichiarato Furio Colivicchi, past president Anmco - emerge che tra i pazienti gestiti in ospedale per un episodio infartuale un quarto ha già avuto un infarto in precedenza, il 35% è fumatore, il 95% viene sottoposto a coronarografia durante il ricovero e l'85% ad angioplastica per riaprire la coronaria responsabile dell'infarto. Oltre il 40% dei pazienti ricoverati per infarto è già in trattamento con statina ed il 6% ha una forma di intolleranza alle statine". L'intervento formativo, che ha coinvolto i professionisti 600 cardiologi di 50 centri italiani, è risultato efficace in termini di miglioramento dell'impiego, delle diverse opzioni terapeutiche disponibili per la gestione dell'ipercolesterolemia. Dall'11 al 18% dei pazienti dimessi dopo un infarto hanno assunto gli anticorpi monoclonali anti Pcsk 9, mentre dal 60 al 70% ha impiegato la terapia di combinazione statina-ezetimibe, entrambi utili per la riduzione del colesterolo.

"I risultati ottenuti - conclude Colivicchi - dimostrano l'efficacia dell'Audit clinico come strumento che può favorire il cambiamento e il miglioramento della pratica clinica ed evidenziano il forte impegno della cardiologia ospedaliera italiana nei confronti dei pazienti con infarto per garantire loro trattamenti ottimali, e ridurre così le recidive, abbattere la mortalità e migliorare la qualità di vita. Parte integrante di questo impegno è la costruzione della continuità assistenziale ospedale-territorio. "Questo progetto - ha aggiunto il presidente dell'Anmco, Fabrizio Oliva - contribuirà senz'altro a rendere sempre più sicura ed efficace la terapia delle patologie cardiache, riducendo notevolmente il rischio cardiovascolare globale."





Riproduzione riservata ©