Il governo ha approvato il Def, le cui previsioni di crescita economica sono state viste al ribasso rispetto alla Nadef dello scorso autunno, ha spiegato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Il debito pubblico, ha continuato, risulta pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del superbonus, ma nel 2026 comincerebbe a scendere. Il rapporto Deficit/Pil è fissato al 4,3%, lo stesso livello del quadro programmatico della Nadef, mentre il Debito/Pil al 137,8%, dunque sotto il 140%. Il Def approvato tiene conto delle nuove regole europee, ha spiegato Giorgetti, di cui mancano ancora le disposizioni attuative.
Il quadro programmatico sarà contenuto nel nuovo Piano fiscale strutturale, la cui scadenza è al 20 settembre, ma il ministro vuole presentarlo anche prima. Per l'opposizione il Def non indica i tagli alla spesa e altre misure correttive che il governo dovrà adottare per mantenere i conti pubblici entro i limiti prescritti da Bruxelles. Il governo intende comunque confermare per il 2025 il taglio del cuneo fiscale mentre, hanno ribadito in conferenza stampa, “gli aumenti al costo della benzina non sono imputabili a noi”.
In Consiglio dei ministri approvato anche il decreto legislativo per la razionalizzazione dell'imposta di registro, di quella sulle successioni e donazioni, su quella di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall'Iva. Dall'Europa arriva un avviso all'Italia che aveva chiesto un rinvio, che il 2026 è una data rigida per gli adempimenti previsti dal Pnrr, dunque diversi Stati membri dovranno recuperare i ritardi nel 2024.
Nel video l'intervento di Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia, e l'intervista a Angelo Bonelli, deputato Alleanza Verdi-Sinistra