Il braccio di ferro è finito. Le bollette a 28 giorni erano illegittime, così gli operati telefonici sono ora obbligati a restituire i giorni “erosi” rispetto alla reale durata del mese. Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi di Vodafone, Wind-3 e Fastweb contro la sentenza del Tar che aveva già imposto la "restituzione" dei giorni entro lo scorso dicembre. Per Tim, che ha presentato ricorso in un secondo momento, non è stata ancora emessa una sentenza, anche se la decisione dei giudici amministrativi sulle diverse compagnie appare univoca.
Per le società telefoniche arriva anche una multa, anche se dimezzata. Agcom le aveva sanzionate per 1 milione 160mila euro. La multa rimane invece a 580mila euro. "Habemus rimborsum! Era ora!" scrivono i consumatori - da Federconsumatori al Codacons, dall'Unione Nazionale Consumatori al Movimento Consumatori -, evidenziando che non occorre più avviare una class action.
Cosa accade adesso? Le società dovranno allungare le prossime scadenze mensili fino a restituire i giorni sottratti nel passato: si tratta di poco più di un paio di settimane visto che si tratta di un periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e i primi giorni di aprile 2018 nel quale bisogna riportare la durata del contratto da 28 a 30/31 giorni. Possibile anche restituire i giorni “erosi” fornendo un analogo valore economico di servizi. Il recupero scatta in automatico se il consumatore non ha cambiato operatore. Qualche problema in più, invece, per chi ha esercitato il diritto di recesso o per coloro che hanno cambiato compagnia. Secondo alcune associazioni dei consumatori bisognerà attendere le indicazioni che arriveranno dall'Agcom. In media il ''valore'' della compensazione sarà - calcola il Codacons - tra i 30 e i 50 euro.