"Il boom turistico dell'Albania di cui si parla in questi giorni va raccontato nella giusta maniera". Così mette in guardia il vicepresidente di Confcommercio dell'Emilia-Romagna con delega al Turismo Gianni Indino, che avvisa: "I nostri operatori turistici non devono passare come esosi: sull'altra sponda dell'Adriatico il costo della vita e le retribuzioni costano un terzo, le imposte sono basse e il cuneo fiscale quasi nullo". Ciò che rileva Indino è che "sta passando il messaggio che gli operatori turistici dell'Emilia-Romagna siano esosi, fuori mercato, con prezzi al limite della speculazione. Un racconto errato", sostiene. In Albania "un cameriere percepisce circa 500 euro di stipendio mensile", rivela. "Insomma, se il costo della vita e quello per la gestione di un'impresa turistica in Albania è un terzo di quello italiano, risulta normale che anche le tariffe richieste per i servizi siano inferiori", aggiunge. "Gli aumenti che si riscontrano sul nostro territorio in questo momento di grave difficoltà e flussi turistici nazionali al ribasso - spiega Indino -, non sono nemmeno proporzionali ai rincari e fanno sì che l'Emilia-Romagna possa ancora essere una delle mete più appetibili per tutte le tasche". "Se non possiamo competere con l'Albania in fatto di prezzi - prosegue il vicepresidente -, di sicuro lo possiamo fare con la qualità dei servizi di cui rimaniamo maestri con un'offerta turistica dagli standard elevati". Ma, ribadisce, "non è nel cassetto del barista che si deve ricercare il problema, ma nel costo della vita in Italia che blocca i consumi interni e richiede alle famiglie scelte sempre più al ribasso".