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Cannabis Light: stop alla vendita in Italia se i prodotti sono droganti

31 mag 2019
Cannabis Light: stop alla vendita in Italia se i prodotti sono droganti

Per la Cassazione, in Italia la legge non consente la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti "derivati dalla coltivazione della cannabis", come l'olio, le foglie, le infiorescenze e la resina. Rimane l'eccezione per i prodotti utilizzati a fini medici e per quelli,in concreto, privi di efficacia drogante. Lo hanno deciso le sezioni unite penali della suprema corte ponendo così un freno alla vendita della 'cannabis light'. Saranno dunque i giudici di merito, di volta in volta, a valutare quale sia la soglia di 'efficacia drogante' che rientra nei 'parametri' del consentito. Il verdetto emesso dalle Sezioni Unite si è concluso con l'annullamento con rinvio della revoca di un sequestro di prodotti derivati dalla cannabis, come chiesto in subordine dal Pg della Suprema Corte che si era espresso per l'invio degli atti alla Consulta, come prima indicazione.

"Non sono sorpreso dalla sentenza, mi dispiace per i posti di lavoro, che spero possano essere riconvertiti. Ma è un messaggio chiaro, chiarisce una cosa ovvia, la droga fa male e ci si può divertire in modo diverso", commenta il vicepremier Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva lanciato una campagna contro la cannabis.

"Non possiamo che essere soddisfatti di una sentenza che nei fatti pone fine ad una legalizzazione mascherata, una situazione che non faceva altro che abbassare la percezione del rischio da parte dei giovani rispetto la cannabis" è il commento di San Patrignano. "Non è possibile minimizzare la sua pericolosità, né ritenere il suo utilizzo la normalità. Per il 90% dei ragazzi presenti a San Patrignano la cannabis è stata la porta di accesso nel mondo delle droghe e non si può banalizzare la sua pericolosità. Invece di pensare a una inutile legalizzazione, si ponga l’accento sulla prevenzione e su un maggiore impegno da parte del mondo adulto di dare esempi positivi ai nostri giovani."

Di tutt'altro parere la Federcanapa, secondo cui la sentenza non determina la chiusura generalizzata dei negozi che offrono prodotti a base di canapa. "Da anni - sostiene una nota- la soglia di efficacia drogante del principio attivo THC è stata fissata nello 0,5% come da consolidata letteratura scientifica e dalla tossicologia forense. Pertanto non può considerarsi reato vendere prodotti derivati delle coltivazioni di canapa industriale con livelli di Thc sotto quei limiti". "Ci auguriamo che anche le forze dell'ordine si attengano a questa netta distinzione tra canapa industriale e droga nella loro azione di controllo e che non si generi un clima da "caccia alle streghe" con irreparabili pregiudizi, patrimoniali e non, per le numerose aziende del settore".


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