“Piccole imprese familiari”, nel commercio degli stupefacenti. Così potrebbero essere definite due coppie di genitori, residenti a Misano, che spacciavano comunque quantità notevoli di droga, lungo la Riviera. Si parla di 1 chilo e 800 grammi di cocaina, e 6 chili di hashish. Non sapevano, tuttavia, di essere monitorati già da 2 anni dai Carabinieri di Cattolica. Nei guai, allora, un 33enne napoletano, l'unico finito in carcere, e la moglie, coetanea, riminese; per la quale sono stati disposti i domiciliari. Stessa misura anche per l'altra coppia – con la quale collaboravano -, formata da un 50enne di Potenza ed una donna di 40 anni del posto. Le cessioni, spesso, venivano organizzate tramite messaggi su whatsapp; notevole il giro d'affari settimanale. Si indaga, intanto, per individuare i fornitori. Tutto ciò mentre a Riccione prosegue la “caccia” ai responsabili del feroce pestaggio, nei confronti di un albanese di 18 anni, avvenuto nella notte tra sabato e domenica in piazzale Azzarita. Particolare attenzione alle telecamere a circuito chiuso dell'area. All'origine di tutto – a quanto pare – il furto di un cappellino, da parte di un gruppo di magrebini. Il 18enne si sarebbe ribellato, ricevendo – per tutta risposta – una scarica di calci, e pugni al volto. Gravi, ma stabili, le condizioni del giovane, ricoverato, in prognosi riservata, al “Bufalini”. Poche ore prima i Carabinieri della “Perla Verde” erano intervenuti – in Viale Dante - anche per un accoltellamento, al termine di una lite, forse per questioni di droga. Ferito, al costato, un 27enne marocchino, immediatamente condotto all'Ospedale di Rimini. Non sarebbe in pericolo di vita. In manette un connazionale di 20 anni. Dovrà rispondere di tentato omicidio.
Nel servizio l'intervista al Capitano Marco Califano, Comandante CC Riccione