C'è amarezza nelle parole del presidente dell'Associazione albergatori di Cattolica, Massimo Cavalieri, nel commentare l'ultimo Dpcm per il contrasto al coronavirus in vigore dal 4 dicembre. In special modo dove vieta agli alberghi di predisporre il cenone di Capodanno in sala; la sera di San Silvestro i pasti dovranno essere infatti serviti in camera. È "inaccettabile" e "non c'è una logica" nel provvedimento – afferma Cavalieri -, "perché il giorno prima il ristorante funziona, mentre il giorno di Capodanno deve chiudere alle 18".
"Il turismo invernale su Cattolica negli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale", afferma Cavalieri, la cui associazione rappresenta 170 alberghi; di questi, circa un terzo rimane solitamente aperto nelle settimane di Natale. "Ora i miei colleghi dovranno chiamare i clienti che avevano prenotato per Capodanno e sicuramente pioveranno disdette". Perché ne è sicuro? "Il soggiorno medio per Capodanno è di due-tre giorni - spiega - se viene una famiglia, cosa fa? Mangia due giorni in sala, la sera di Capodanno in camera e poi torna il giorno dopo in sala?". E aggiunge: "In Romagna vengono per la buona cucina. Se il cibo non lo possiamo somministrare, un cliente potrebbe pensare 'cosa vengo a fare?'". Per il presidente "è mancato il coraggio di dire che bisogna stare chiusi".