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Confindustria Romagna: il caro energia rischia di frenare ripresa, la situazione a Rimini

9 feb 2022
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Per le imprese romagnole il nuovo anno è cominciato tra attese e incognite: da un lato la prospettiva di completo recupero dei livelli del Prodotto interno lordo al periodo prima del Covid e della corsa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dall’altro la frenata che sta subendo la produzione industriale a gennaio a causa dell'aumento dei prezzi energetici e delle materie prime. L'analisi emerge dall’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Romagna che ha raffrontato il secondo semestre 2021 con quello dell’anno precedente, chiedendo anche ai propri associati le aspettative per la prima parte del 2022, per capire come il tessuto industriale romagnolo sta reagendo e si sta posizionando nello scenario attuale.

Nel secondo semestre del 2021 tutti i dati mostrano un netto miglioramento per le imprese della provincia di Rimini. Il fatturato ha registrato un aumento del 21,5%, la produzione del 24,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il fatturato interno ha registrato un aumento del 29,1%, più consistente rispetto a quello estero, che è al +3,6%. Migliora il dato sull’occupazione del 5,7%. Le previsioni, relative al primo semestre 2022, evidenziano per la maggior parte delle imprese un'aspettativa diversificata. L’andamento della produzione viene previsto in aumento da un 74,5% delle imprese, stazionario da un 25,5% e nessuno degli imprenditori prevede una diminuzione. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 68% del campione, in crescita per il 27,7% ed in calo per il 4,3%.

In una nota, però, Confindustria Romagna afferma: "Il caro energia pesa su tutte le materie prime e sulla capacità di spesa: con questi rincari il futuro non è roseo e lo vediamo già dal rallentamento dei mercati registrato in queste settimane. Considerando che l’approvvigionamento del gas metano è un problema prettamente europeo e segnatamente italiano, c’è forte preoccupazione soprattutto per quelle aziende che esportano e subiscono un gap di competitività all’estero. Ribadiamo quindi il nostro appello a intervenire subito per cercare di allentare la morsa energetica, sprigionando quanto prima il potenziale di gas naturale che possiamo estrarre a livello nazionale”.






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