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Coronavirus, in Emilia Romagna preoccupa Parma, a Rimini rallentano un po' i contagi

Il commissario Venturi: "Siamo lontani dall'aver domato il virus: prossimi 10 giorni i più difficili". A Pesaro quasi 500 casi

di Francesca Biliotti
13 mar 2020
dalla corrispondente Francesca Biliotti
dalla corrispondente Francesca Biliotti

L'Europa è il nuovo epicentro della pandemia di coronavirus. Lo certifica l'Oms, il cui direttore invita ogni Paese a non pensare mai “a noi non succederà”, perché commetterebbe un errore mortale. E' anzi necessario adottare un approccio globale, che preveda casi tracciati, test, quarantene e distanze tra persone, tutto insieme. Attualmente i positivi in Italia sono quasi 15.000 (14.955), 2.116 in più di ieri; i deceduti 1.266, 250 in più in un giorno. 1.439 i guariti. Nella sola Lombardia ne sono morti 890 dall'inizio dell'epidemia. “Siamo lontani dall'aver domato il virus”, ha detto il presidente dell'Emilia Romagna Bonaccini, e il commissario per l'emergenza Venturi conferma: “Le misure forti – ha detto – ci sono solo da due giorni, ci aspettiamo una significativa riduzione tra una settimana o poco più, sarà il periodo più difficile”. Oggi in Regione preoccupa Parma, 88 casi in più in un solo giorno, per un totale di 518. Rimini cresce un po' meno: 51 in più da ieri, 363 in totale. A Forlì-Cesena 49 casi, di cui 30 a Forlì, 8 in più, e 19 a Cesena, sempre 8 in più rispetto a ieri. In Regione i casi totali sono 2.263, 316 in più, i decessi da ieri sono stati 55, 201 dall'inizio dell'epidemia. Nelle Marche su 725 casi positivi sono 85 i pazienti in terapia intensiva, 337 quelli in non intensiva, 281 in isolamento domiciliare. E' ancora la provincia di Pesaro Urbino quella più colpita, 496 casi, e sempre a Pesaro c'è il numero più alto di pazienti in terapia intensiva, 27.


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