Il gip del tribunale di Rimini, Benedetta Vitolo, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani, ha disposto la confisca del crocifisso ligneo, una statuetta di 40,2 centimetri, attribuita a Michelangelo, al centro di una annosa disputa giudiziaria in Italia e a San Marino, dove sarebbe custodito in una cassetta di Banca Centrale.
Il Crocifisso, sull'attribuzione del quale vi sono ancora dubbi, era stato dissequestrato dalla magistratura sammarinese un anno fa al termine di un'indagine partita su una rogatoria della Procura di Torino nel 2006 che contestava all'ex ambasciatore sammarinese Giacomo Maria Ugolini l'illecita esportazione di opere d'arte. Sempre San Marino nel 2012 aveva indagato per riciclaggio Angelo Boccardelli e Giorgio Hugo Balestrieri, venuti in possesso per disposizione testamentaria dei beni dell'ambasciatore. Dopo 7 anni di battaglie giudiziarie, venuto meno il sequestro sammarinese senza condanna degli indagati, la statuetta tra oggi e domani sarebbe stata restituita al legittimo proprietario, che l'aveva promessa all'esposizione nel Battistero di Ascoli Piceno.
La richiesta della Procura di Rimini prima e il provvedimento del gip oggi di fatto bloccato il trasferimento, perché secondo il tribunale italiano, la confisca per il reato di esportazione abusiva di beni culturali, può essere concessa anche se l'indagato di tale reato non è stato condannato. Secondo il giudice italiano infatti la disciplina dei beni culturali rappresenta un'eccezione a quella della libera proprietà perché quel conta per legge è che la cosa presenti un effettivo interesse culturale pur non essendo formalmente dichiarato bene culturale. Quindi potrebbe essere irrilevante l'attribuzione certa o meno a Michelangelo visto che comunque si tratta di un'opera del XVI secolo, così come la confisca è obbligatoria anche nel caso il privato non sia direttamente responsabile dell'esportazione.