Il lockdown di marzo e aprile 2020 è costato 8,5 miliardi di euro, oltre il 10% del fatturato annuo, alle micro e piccole imprese emiliano-romagnole. È quanto comunica il centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna.
Si fa menzione del settore Moda che da febbraio ad aprile 2020 ha visto crollare la produzione (-71%) e diminuire pesantemente le esportazioni (-27%), a causa soprattutto del rallentamento delle vendite sul mercato cinese (-34% ad aprile), che rappresenta uno dei principali mercati di sbocco per il made in Emilia-Romagna. Impossibile non citare il Turismo che soffre difficoltà, soprattutto per la contrazione dei flussi turistici in ingresso dai Paesi stranieri. Le spese di questi ultimi, in Italia, del valore di 431 milioni di euro nel mese di marzo 2020, sono crollate dell’83,4% rispetto a marzo 2019. A correre, almeno parzialmente, in aiuto alle Mpi è stata la digitalizzazione, tramite telelavoro e smart working. Il 32% di micro e piccole imprese durante il lockdown ha portato avanti tutta o una parte di attività attraverso questi strumenti. Tra queste, nel 77% dei casi, ha iniziato ad utilizzare lo strumento solo a seguito dell'emergenza sanitaria. Sono inoltre aumentate le aziende attive su canali e-commerce.
“Il nostro compito – commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna - è quello di proseguire nel dialogo con le Istituzioni, spingendo per migliorare ancora di più l’accesso alla burocrazia online che permette di guadagnare tempo e velocizzare le pratiche, e con le banche, che devono tornare a redistribuire il credito”. Granelli sottolinea inoltre la grande capacità delle micro e piccole imprese del territorio di adattarsi ai cambiamenti.