I suoi aguzzini l'avrebbero tenuta in trappola per due giorni: prima facendole perdere i sensi con devastanti mix di droghe ed alcool, poi violentandola fino alla morte. Dalle carte dell'inchiesta emerge l'agghiacciante ricostruzione di quanto avvenuto nel palazzo occupato di San Lorenzo; dove vi sarebbero state almeno 12 persone, quando Desiree era ormai ridotta in stato di incoscienza. Sul corpo della sedicenne i medici avrebbero rilevato anche una bruciatura di sigaretta. “L'hanno stuprata e uccisa per divertimento e con crudeltà”, hanno detto i PM che indagano sulla vicenda. Un quadro, quello delineato dalla Procura, che trova una prima conferma nella convalida del fermo di 3 – degli stranieri indagati – disposto dal GIP di Roma, che si è riservato di decidere nelle prossime ore in merito all'emissione della misura cautelare. Soltanto il senegalese Brian Minteh si è sottoposto all'interrogatorio del Magistrato, negando ogni responsabilità e indicando i nomi di altre persone. Il connazionale Mamadou Gara, ed il nigeriano Alinno Chima, si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere. “Non mi sarei mai permesso neanche di sfiorare Desiree – avrebbe riferito quest'ultimo al suo legale -, perché si vedeva che era una bambina”. Attesa, infine, per la decisione del GIP di Foggia sul fermo di Yusif Salia: catturato nella città pugliese con 10 chili di marijuana. 32enne, ghanese, un permesso per motivi umanitari scaduto da 4 anni; da alcuni è ritenuto il “capo” del branco. La città, nel frattempo, è ancora scossa per la brutalità di quanto accaduto. Nel pomeriggio due iniziative di colore opposto: una dell'Anpi, l'altra di Forza Nuova. Poche ore prima migliaia di romani si erano riuniti in Piazza del Campidoglio per la manifestazione “Roma dice basta”: in polemica con il Sindaco Virginia Raggi. Al centro della protesta anche il tema della sicurezza.
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