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Donne, per i centri anti violenza il "codice rosso" del governo non è una soluzione

8 mar 2019
per i centri anti violenza il "codice rosso"Donne, per i centri anti violenza il "codice rosso" del governo non è una soluzione
Donne, per i centri anti violenza il "codice rosso" del governo non è una soluzione - Aumentano le disuguaglianze rosa: tra Bologna e Foggia il tasso di occupazione femminile ha una diva...
Nella giornata dedicata alla donna, i dati statistici confermano una disuguaglianza tra appartenenti al sesso femminile. E chi lavora nei centri anti violenza dubita molto della validità del “codice rosso” approvato dal governo.

Subito le cattive notizie, secondo una delle fondatrici del movimento “Se non ora quando”, l'Italia è ancora un paese sessista, basti vedere anche il muro linguistico eretto da chi osteggia le declinazioni al femminile.
La statistica dice che aumentano le disuguaglianze tra donne.
Sul fronte violenza e femminicidi, il governo punta sul varo del “codice rosso”.
Ma i centro antiviolenza hanno grossi dubbi: perché entro tre giorni la donna dev'essere risentita, chiedono, quando ha già sporto denuncia?
Per la presidente dell'associazione Rete per la Parità, Rosanna Oliva de Conciliis, che nel lontano 1960 ottenne una storica sentenza della Corte Costituzionale, sancendo parità di accesso ai pubblici uffici anche per le donne, sottolinea l'errore che deriverebbe dal togliere l'assegno di mantenimento dei figli alle madri.

Francesca Biliotti

Nel video le interviste a Antonella Anselmo, co-fondatrice movimento “Se non ora quando”; Linda Laura Sabbadini, dirigente dipartimento politiche sociali Istat; Matteo Salvini ministro dell'Interno;Valentina Benedetti, Differenza Donna; Rosanna Oliva de Conciliis, presidente associazione Rete per la Parità

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