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Elezioni Emilia-Romagna, come funziona la legge elettorale

25 gen 2020
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

La legge elettorale della Regione Emilia-Romagna prevede l'elezione diretta del presidente: risulterà eletto il candidato alla presidenza che prende il maggior numero di voti. Alla coalizione che sostiene il presidente eletto sarà assegnato un premio, in termini di consiglieri, per garantirgli la maggioranza in consiglio regionale. Quindi non ci sono ballottaggi: chi prende un voto in più degli avversari diventa presidente.

Gli elettori potranno votare solo per il candidato presidente; per il presidente e una lista collegata esprimendo fino a due preferenze a candidati consiglieri di genere diverso; solo per una lista (in questo caso il voto è automaticamente assegnato al candidato presidente collegato); oppure potranno votare in maniera disgiunta, ovvero per un candidato e per un partito collegato a un altro.

Dei 50 consiglieri, 40 saranno eletti in maniera proporzionale. Partecipano alla ripartizione i partiti che superano lo sbarramento del 3% o le coalizioni che superano il 5%. Degli altri 10, un seggio spetta, di diritto, al candidato presidente che arriva secondo, mentre gli altri nove saranno assegnati alla coalizione che sostiene il candidato vincitore. A patto, però, che la coalizione vincitrice non abbia già raccolto più di 24 seggi nel riparto proporzionale. In quel caso il premio di maggioranza è ridotto a quattro consiglieri, mentre gli altri cinque vengono assegnati alle forze di minoranza. Gli eletti saranno poi assegnati alle singole circoscrizioni (che coincidono con le province) proporzionalmente al numero di abitanti. Una volta determinato il numero dei seggi riservato a ogni lista, risulterà eletto chi ha preso più preferenze in quella circoscrizione.


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