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Europee: boom della Lega; avanzano ma non sfondano i populisti

L'analisi del voto con Paolo Mieli

di Annamaria Sirotti
27 mag 2019
L'analisi di Paolo Mieli
L'analisi di Paolo Mieli

Trionfo Lega. Nei dati definitivi la portata del successo: 34,33%, con 2 milioni 200mila preferenze per Matteo Salvini - recordman della tornata elettorale, seguito da Silvio Berlusconi con mezzo milione di voti. Crolla il M5s, al 17,07%. Il Pd secondo partito al 22,69%.

Una sorpresa rispetto alle previsioni degli analisti. Luigi Di Maio incassa il colpo, ringrazia "gli elettori e anche chi non ci ha votato perché da loro prendiamo una bella lezione, ma – dice – non mi dimetto”. “Si apre una nuova stagione di bipolarismo – commenta così il voto il segretario PD Nicola Zingaretti - tra destra estremista e centro-sinistra”. Salvini conferma lealtà a Conte, mai messa in discussione dice, rassicurando sulla tenuta del Governo. Cala l'affluenza, al 56,1%, mentre è in aumento in Europa, oltre il 50%.

In Francia si afferma Marine Le Pen si afferma, ma avrà gli stessi seggi di Macron; gilet gialli sotto l'1%. Nel Regno Unito vola il Brexit party di Farage, primo partito Ue con la Cdu tedesca. I populisti dunque avanzano ma non sfondano.

Eletto Sandro Gozi – chiamato in causa a poche settimane dal voto dall'indagine aperta per presunta consulenza fittizia concessa dalla Banca Centrale di San Marino – nella lista “Reinassance” in maggioranza con “en Marche”, ma resta tra i cinque cosiddetti 'deputati fantasma': entreranno a Strasburgo solo all'uscita degli eurodeputati inglesi, in caso di Brexit.

Nel video, l'intervista a Paolo Mieli


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