“Ci troviamo di fronte ad una sorta di contraddizione enorme ed evidentissima, tra la società che è ipercompetitiva e ipercritica e che ha un'immagine cui i giovani tendono e, dall'altra parte, una fragilità evidentissima che gli anni di Covid probabilmente ha anche accentuato. Mi viene in mente il caso del ragazzo che si è impiccato davanti al computer, qualche giorno fa, e che probabilmente partecipava a una challenge, una BlackOut Challenge. Di fatto, è un altro di quegli elementi a cui giovani arrivano senza protezione e senza che gli adulti sappiano che cosa loro fanno nella loro vita online - spiega la psicologa Sabrina Priulla -. Pensiamo anche all'esigenza del ritocco... Sentivo i dati del Ministero della Salute, che dice che il 9% degli interventi di chirurgia estetica è di ragazze sotto i 24 anni. Questo bisogno del conformare il fisico, del ritocco, è tutto legato alla dipendenza subdola dai 'like'.
Di fatto, i giovani che sono una fase di crescita, quindi una fase molto delicata, trovandosi in competizione continua e avendo questo bisogno, da una parte, di trovare un'identità, dall'altra, di accettarsi, hanno uno specchio che di fatto è uno specchio assolutamente inadeguato. C'è l'esigenza, davvero, di intervenire, di parlarne, di supportare questi giovani soprattutto nella loro vita virtuale, che ormai è davvero predominante e deve essere gestita al pari di quella reale”.
Nel video, in collegamento zoom, l'analisi della psicologa Sabrina Priulla, Responsabile progetti Piramis Onlus