Hanno parlato per un'ora e mezza, Sangiuliano e Meloni, sul caso Boccia. La presidente del Consiglio vuole rassicurazioni sulla figura della sedicente consigliera del ministero della Cultura, presente a riunioni interne dell'amministrazione e a sopralluoghi per la definizione di importanti aspetti legati alla sicurezza e all'organizzazione del prossimo G7 della Cultura di Napoli, come lei stessa testimonia sui suoi social, dove impazzano le foto di lei e del ministro, e degli incontri cui presenziava. Tanto che il Movimento 5 Stelle attacca “Il governo è ostaggio del canale Instagram di Boccia”.
Meloni ha già pubblicamente difeso il suo ministro, ma presumibilmente nel faccia a faccia privato gli ha chiesto ulteriori conferme del fatto che non siano stati spesi soldi pubblici, e soprattutto che Boccia non sia stata messa a conoscenza di documenti e fatti riservati legati al G7. Ma l'interessata tira dritto, anche sulla presunta nomina a consigliera, pubblica mail, carte d'imbarco per dimostrare il suo ruolo, poi fa riferimento a messaggi vocali in cui una non meglio precisata voce femminile chiedeva di strappare proprio quel documento che la nominava consigliera.
Sangiuliano avrebbe smentito ogni nomina e ogni pagamento effettuato coi soldi del ministero, vale a dire con soldi pubblici. “Mai un euro del ministero – sono le sue parole – neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia”. Poi specifica: “Ho pagato tutto io con la mia carta di credito personale. Non devo dimettermi, non ho fatto niente di male, né a livello giuridico né istituzionale”. E aggiunge “Cosa credete che facessero Salvini o Franceschini?”.