Crollano i consumi del 6,4%, sale la pressione fiscale di mezzo punto percentuale, si assottiglia il reddito disponibile (sceso dell'1,6%) così come anche il potere d'acquisto per le famiglie; sale invece del 4,6% la propensione al risparmio, quasi 5% in più rispetto a fine 2019. Sono gli effetti del Covid nei mesi del lockdown segnalati dal rapporto Istat che però guarda avanti e legge spiragli su un fronte fondamentale, quello della fiducia, dopo il crollo marcato e quasi scontato, nel pieno dell'epidemia.
Da giugno, i primi segnali di ripresa su questa dimensione, per consumatori e imprese. L'indice del clima di fiducia dei consumatori passa da 94,3 a 100,6. Aumento di fiducia diffuso a tutti i settori, poi, per le imprese che una rimonta da 52,7 a 65,4. Legge i dati il Presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona: “Bene il recupero della fiducia dopo un periodo così buio – dice in una nota – anche se resta preoccupante il giudizio sulla situazione economica dell'Italia e delle famiglie stesse'. Le misure di sostegno al reddito “sono servite, ma non abbastanza”. Passando al crollo dei consumi – prosegue - “la speranza e' che dipenda solo dalla chiusura dei negozi e non dal minore potere d'acquisto, perché allora la riapertura delle attività non porterebbe a quel rimbalzo dei consumi tanto atteso da tutti".