Dopo il continuo stillicidio di abbandoni dal M5S, che da inizio 2020 ha già perso 5 pezzi in Parlamento, e le tanti voci di dissenso interno nei confronti del leader, Luigi Di Maio, questi ha infine annunciato le proprie dimissioni nel corso di un'affollata riunione al Tempio Adriano di piazza di Pietra, ma non dal governo, resterà infatti ministro degli Esteri, bensì da capo politico del Movimento. “E' finita un'era – ha annunciato ai suoi – è ora di rifondarsi. Inizia il percorso verso gli stati generali, mi fido di voi e di chi verrà dopo di me”, ha detto, riferendosi al primo vero congresso dei 5Stelle che si terrà in marzo, presumibilmente a Torino. Si è però voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa, “i peggiori nemici sono al nostro interno – ha detto infatti – ma una parte del Movimento è rimasta delusa e si è allontanata”. Il traghettatore sarà Vito Crimi, che svolgerà le funzioni di capo politico fino a marzo. “Il governo va avanti – ha concluso poi Di Maio – i risultati si vedranno alla fine della legislatura”.
L'addio di Di Maio tra le polemiche: "I peggiori nemici li abbiamo all'interno"
Lascia il ruolo di capo politico, al suo posto Vito Crimi fino agli stati generali in marzo
23 gen 2020
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