"Sono trascorsi settantotto anni dai giorni dell'eccidio nazifascista compiuto nelle frazioni di Stazzema. L'orrore ha colpito le nostre terre, la nostra gente, a testimonianza degli effetti di ideologie perverse nemiche della dignità e della libertà delle persone". Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.
Fin dal mese di aprile erano avvenuti scontri tra la formazione partigiana dei "Cacciatori delle Apuane" con i tedeschi e le Brigate fasciste della "Decima Mas", proseguiti poi sempre più frequentemente fino all'11 agosto. All'inizio dell'agosto 1944 Sant'Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco come "zona bianca", ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione, in quell'estate, aveva superato le mille unità.
Alle prime luci dell’alba del 12 agosto 1944, alcuni reparti di SS accompagnati da fascisti e collaborazionisti salirono nel paesino di Sant’Anna di Stazzema, nel lucchese, e compirono una strage. Gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne, vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro in quanto civili inermi, restarono nelle loro case. Alle sette il paese era circondato. In poco più di tre ore furono massacrati 560 innocenti. Chiusi nelle stalle dai nazisti vennero uccisi a colpi di mitra e bombe a mano. I tedeschi diedero poi fuoco alle case per distruggere e cancellare ogni traccia e interrompere definitivamente ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane nella zona.
A metà degli Novanta venne scoperto un armadio contenente centinaia di fascicoli archiviati sulle stragi nazifasciste in Italia. Cominciò allora un lavoro di ricerca che portò nel 2004 al processo contro i responsabili ancora viventi dell’eccidio di Sant’Anna. Il processo di concluse con la condanna all’ergastolo di dieci ufficiali e sottufficiali che avevano partecipato all’azione. La sentenza venne confermata in Appello e Cassazione, ma non potè mai essere applicata. Nel 2012 la procura di Stoccarda archiviò l’inchiesta dopo aver rifiutato l’estradizione delle ex SS.
"La memoria dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema – continua il Presidente della Repubblica – è, per l'intera Europa, una spinta costante a mantenere al primo posto il tema del rispetto della vita delle persone, della pace come orizzonte storico necessario, della partecipazione a comuni prospettive di vita e di sviluppo. Il segno profondo di un orrore così grande è inciso a caratteri indelebili nella coscienza della Repubblica. Dalla reazione a quell'abisso scaturì il riscatto morale e civile del nostro popolo, il secondo Risorgimento del nostro Paese. Da qui hanno preso le mosse le radici di una civile convivenza che ha trovato nella Costituzione i suoi architravi".