
Un fine settimana di manifestazioni imponenti, che hanno paralizzato la città di Roma, e ancora non si è spenta l'eco di quanto accaduto, soprattutto pensando se dirà qualcosa in proposito la presidente del Consiglio Meloni, oggi all'Altare della Patria per la Giornata dell'unità nazionale, e attesa alle Camere domani e mercoledì per le consuete comunicazioni in vista del consiglio europeo del 20 e 21 marzo.
In Piazza del Popolo secondo gli organizzatori si sono riunite almeno 50mila persone, per chiedere una Europa unita, che difenda i valori democratici cari all'occidente, tra cui libertà, pace, ma anche giustizia e inclusione sociale. Una piazza che ha compattato le opposizioni, non tutte, visto che il M5S non c'è stato. Più polemica la piazza a pochi chilometri di distanza: Potere al popolo e movimenti studenteschi hanno scandito cori come “Ue assassina” e striscioni anti riarmo: “Non un euro per la loro guerra”, con le immagini di von der Leyen e di Giorgia Meloni. La bandiera dell'Europa, altrove sventolata con orgoglio, in questa piazza è finita in cenere, bruciata.
Non è stato risparmiato neanche il giornalista Michele Serra, che ha organizzato “Una piazza per l'Europa”, attaccati anche i ministri Tajani e Salvini, e la segretaria del Pd Elly Schlein, tutti a vario titolo definiti “guerrafondai”. Nostalgica e più attempata la manifestazione a Bocca della Verità, dove Marco Rizzo, Democrazia sovrana popolare, parlava di “pace e sovranità”: qui risuonava l'inno di Mameli, anche se l'ospite d'onore, l'europarlamentare leghista Roberto Vannacci, alla fine ha disertato.
Nel video l'intervista a Nichi Vendola