Il parco Miralfiore a Pesaro trasformato in una centrale dello spaccio a cielo aperto, con una cinquantina di clienti al giorno per l'acquisto di eroina, cocaina, hascisc, a pochi metri dai giochi dei bambini o dalle famiglie distese sull'erba. Il questore Raffaele Clemente ha annunciato oggi in una conferenza stampa che sono state eseguite ieri o durante la notte 13 arresti in carcere e sono stati notificati 6 divieti di dimora a Pesaro nei confronti di nigeriani, durante l'operazione "Cento Fiori". Tutti gli arrestati, eccetto una donna del Centro America, sono giovani provenienti dalla Nigeria. Solo due dei 19 indagati avevano un lavoro, uno dei quali in un negozio. Gli altri vivevano solo di spaccio, con incassi pro capite giornalieri intorno agli 800 euro, soldi che venivano in gran parte spediti in patria.
"Dalle indagini della Squadra Mobile, coordinata prima da Eleonora Cognigni e ora da Paolo Badioli, è emerso che gli indagati si sarebbero resi responsabili, negli ultimi due anni, di almeno 500 episodi di cessione di stupefacenti, all'interno del parco Miralfiore, agevolati dalla conformazione dell'area verde e dalla vicinanza della stazione ferroviaria e di quella degli autobus extraurbani. L'attività criminale, nel corso del tempo, ha leso il diritto dei cittadini all'utilizzo di quel parco, creando un forte senso di insicurezza. In accordo con la Procura della Repubblica di Pesaro e d'intesa con il prefetto di Pesaro Urbino, sono state potenziate le attività di prevenzione nell'area del Parco Miralfiore". Clementi ha ricordato che da agosto, la Questura ha disposto numerosi servizi straordinari di controllo, eseguiti in maniera coordinata da Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale di Pesaro. Vitale per l'azione preventiva è stata la manutenzione straordinaria del verde pubblico operata dal Comune su sollecitazione della Questura per agevolare la 'sorvegliabilità' della zona interessata dall'attività di spaccio. I nigeriani, tutti in regola, verranno attenzionati per arrivare alla loro espulsione.