Mentre tiene l'Eurozona, crescita in Italia al ribasso. Pil in flessione nel secondo trimestre dello 0,3% rispetto al trimestre precedente quando era cresciuto dello 0,6%. È l'Istat a diffondere la stima preliminare. «Alla discontinuità dell’andamento congiunturale nel secondo trimestre - commenta l’Istituto di statistica - fa fronte l’evoluzione positiva del Pil in termini tendenziali in misura dello 0,6%, che rappresenta la decima crescita trimestrale consecutiva». Si inverte la rotta, dunque, dopo il vantaggio acquisito lo scorso trimestre su Francia e Germania, facendo scivolare ora la Penisola agli ultimi posti della classifica europea.
Il quadro allarma i consumatori e alza il livello dello scontro politico. Ma soprattutto – secondo gli analisti - aumenta l'incertezza sulle possibili nuove risorse da destinare alla manovra, che il Governo italiano contava di liberare proprio dall'andamento positivo della crescita. Il Ministero dell'Economia però rassicura: il dato negativo sul Pil italiano nel secondo trimestre "allo stato non influisce sulla previsione annua formulata nel Def. Questo obiettivo di crescita - spiega il MEF - è ancora pienamente alla portata e si continuerà a perseguirlo con le politiche economiche di responsabilità prudente apprezzate e riconosciute come valide in ambito internazionale".
A zavorrare la crescita è l'andamento sia del settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca), che di quello industriale: una flessione che la "moderata crescita" dei servizi, grazie soprattutto al turismo, non basta a controbilanciare. Un rallentamento del Pil era atteso: proprio sabato Confindustria aveva previsto una dinamica "quasi ferma", frenata dai tassi alti e dall'export inchiodato. Ma a sorpresa il dato dell'Istat, ancora una prima stima provvisoria, mostra un arretramento ancora più accentuato.