Nell'entroterra riminese, dopo l'alluvione dei giorni scorsi, la terra continua a muoversi, anche perché la pioggia non cessa. "Dire difficile è dire poco. La situazione è abbastanza drammatica", afferma il sindaco di Sant'Agata Feltria Goffredo Polidori, il cui comune montano, nell'entroterra riminese, è alle prese con frane, smottamenti e l'interruzione della fornitura idrica. Nel paese "è tornata l'acqua, ma manca ancora nelle frazioni di Pereto e Sant'Antimo", spiega. Il quadro è grave: "Le strade crollano improvvisamente". Nella frazione di Rosciano ci sono "11 persone isolate - riporta - Hanno un agriturismo, animali. La strada è interrotta in quattro punti, i tecnici sono sul posto per verificare come intervenire". Il problema, spiega il sindaco, è che quando viene riaperta una strada, "non si sa quanto terrà, perché continua a piovere.
I danni nel comune di San Leo "li stiamo ancora contando in quanto i movimenti franosi e le masse di terra piene d'acqua si stanno ancora muovendo", afferma il sindaco Leonardo Bindi. Al momento tra frane, smottamenti e rotture di argini sono "una trentina di eventi". Ma il quadro definitivo della situazione, "se smette di piovere lo avremo alla fine della prossima settimana". I lavori di ripristino delle strade proseguono. Da mercoledì, spiega il primo cittadino, "abbiamo quattro imprese che stanno lavorando, coordinati con la Protezione civile regionale". "I piccoli comuni non hanno persone specializzate per questi eventi. Giocoforza la Regione ci deve supportare e coordinare".
Dei collegamenti interrotti, "una parte li abbiamo ripristinati, una parte sono ancora chiusi". In più ci sono "11 evacuati, speriamo nella prossima settimana di farli rientrare a casa". Un'azienda agricola è senz'acqua da due giorni, ha 600 capi di bestiame, riporta Bindi: "Li stiamo raggiungendo con le autobotti dei vigili del fuoco". Per il sindaco si poteva fare di più sulla prevenzione. "Sono temi che portiamo avanti da tempo - dice -, soprattutto sulle aste fluviali. Se la sezione idraulica è occupata per metà da piante e materiale che con l'erosione arriva lì, è naturale che poi esce" l'acqua. Servono "compensazioni all'interno dell'alveo e al di fuori per sistemare problemi di frane. E i materiali in esubero - aggiunge - devono essere utilizzati come materiale da costruzione. Dobbiamo avere più coraggio nei fiumi". "Spero che lo Stato e la Regione - chiosa il sindaco di San Leo - ci supportino anche dal punto di vista finanziario, perché da soli non riusciamo sicuramente a mettere a posto tutto quello che è successo".