Quasi 8.000 i nuovi casi in Italia, e 65 decessi. In Emilia Romagna divulgato il report dell'agenzia sanitaria. Secondo il Report dell'agenzia sanitaria dell'Emilia-Romagna i non vaccinati rischiano 10,9 volte in più di finire in terapia intensiva, 4,5 volte in più di essere ricoverati, e 2,8 in più di infettarsi. Altissima la protezione dei vaccini nei confronti dei decessi, siamo al 90,5%. Nel giorno in cui la Regione raggiunge il mezzo milione di terze dosi somministrate, l'assessore alla Salute Donini ribadisce che “I numeri continuano a dimostrarci che il vaccino fa la differenza”. Per quanto riguarda la durata della protezione, il Report conferma come tra fine luglio e metà novembre l'incidenza di infezioni sia stata sempre più elevata tra i non vaccinati, ma anche come il trend sia in aumento nell'ultimo periodo anche tra i vaccinati, e ciò si spiega col calo, nel tempo, della protezione: dopo oltre sei mesi, scende al 75% nei confronti delle infezioni, e all'80% dei ricoveri ospedalieri. In Regione sono 1.223 i nuovi positivi, crescono di 28 i ricoveri, di 7 le terapie intensive; 7 anche i decessi, di cui uno a Rimini (un uomo di 83 anni) e dove i casi in più sono 178 (136 sintomatici).
E a proposito di Rimini, dal momento che i sindaci chiedevano al governo di valutare l'opportunità di rendere obbligatorie le mascherine all'aperto in tutta Italia dal 6 dicembre al 15 gennaio, il sindaco di Rimini, Sadegholvaad, si è accodato nel chiedere una linea univoca. “Questo 'municipalismo della mascherina' – dice – anche in aree e amministrazioni limitrofe, non credo sia pienamente efficace”.
Alla luce della variante Omicron importante incontro di coordinamento dei ministri della Salute del G7. “Dobbiamo continuare ad agire velocemente – scrive la commissaria Ue alla Salute Kyriakides – per accrescere gli sforzi delle vaccinazioni e aumentare la nostra protezione”. “Confermata l'urgenza – ha aggiunto il ministro della Salute Speranza – di fare di più per vaccinare la popolazione dei Paesi più fragili. Non basta donare dosi – ha concluso – dobbiamo supportare concretamente chi non ha servizi sanitari strutturati”.