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Revoca su bene confiscato mafia, Comune deve risarcire

Nell'immobile era stata realizzata una struttura sanitaria

30 gen 2025
Revoca su bene confiscato mafia, Comune deve risarcire

Un paradosso che rischia di mettere in crisi il sistema di assegnazione ai Comuni dei beni confiscati alle mafie. La città di Bellaria-Igea Marina (Rimini) si era vista assegnare nel 2022 un immobile di grande valore, trasformato poi in una struttura socio-sanitaria residenziale che ospita persone con disabilità intermedie. Una riqualificazione resa possibile grazie a un contributo regionale di 300 mila euro e uno ministeriale di 80 mila.

Un anno fa c'è il taglio del nastro e poco dopo entrano i primi ospiti, ma poi arriva la doccia fredda: all'insaputa del Comune, su quel bene pendeva un giudizio di revoca della confisca da parte della Corte d'Appello di Catanzaro. Ora l'Ente locale è chiamato a risarcire il proprietario dell'immobile.

"Il prevenuto avrebbe diritto ad un indennizzo che è conteggiato su quello che l'amministratore giudiziario aveva determinato. Quindi il Comune di Bellaria rischia di dover pagare una somma all'incirca di 300 mila euro", spiega Ivan Cecchini, dirigente degli Affari generali del Comune e referente dell'Osservatorio sulla criminalità organizzata della Provincia di Rimini. "Pensiamo che la normativa antimafia presenti una lacuna, un'alea che è insostenibile per ogni Ente locale", sottolinea Cecchini, per il quale il rischio è che si scoraggino i Comuni a chiedere l'assegnazione di beni confiscati alle mafie. Come riporta Ansa.

Posizione espressa mercoledì da una delegazione comunale in Commissione Antimafia, in cui è stato chiesto "di tener conto di questo fatto così importante che lacera questo patto fra Enti locali ed istituzioni e che può compromettere soprattutto la tenuta del riutilizzo di beni confiscati per finalità sociali". 






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