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Rimini: picchia figlio 'perché troppo vivace', indagato

Il ragazzino nel frattempo è stato trasferito in una casa protetta

5 ott 2022
In foto: il Palazzo di Giustizia di Rimini
In foto: il Palazzo di Giustizia di Rimini

Picchiava il figlio, perché era troppo vivace. Si è giustificato così con i suoi legali un operaio di origine cinese: stando all'ipotesi formulata dalla Procura della Repubblica di Rimini le violenze si sarebbero susseguite fino ai 13 anni del ragazzino, quando, grazie all'intervento dei servizi sociali è stato trasferito in una casa protetta. Il bambino era stato picchiato così duramente dal padre da finire diverse volte in pronto soccorso, con varie lesioni e lividi. Maltrattamenti interrotti solo grazie alle segnalazioni dei sanitari e della scuola. Questa mattina in Tribunale davanti al giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini, il ragazzo, che oggi ha 14 anni e da un anno vive lontano dalla famiglia di origine, è stato ascoltato in audizione protetta in udienza per l'incidente probatorio che servirà a definire le accuse nei confronti del padre, indagato per maltrattamenti in famiglia. Il giovane con l'aiuto di un interprete ha confermato di aver subito violenze fisiche da parte del genitore, ma senza darne una spiegazione. L'uomo difeso dagli avvocati Francesco Pisciotti e Massimiliano Giacumbo, si è sempre difeso dicendo che quel figlio a confronto degli altri due fratelli era troppo esuberante e non andava d'accordo con gli altri.





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