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Rimini: si ferma lo sciopero dei pescherecci ma le difficoltà continuano

"Con questi rincari - spiega Massimo Pesaresi, direttore cooperativa lavoratori del mare - è sempre più difficile anche dare solo la paga minima ai marinai”.

di Giacomo Barducci
14 mar 2022

Le marinerie dell'Adriatico sono tornate a gettare le reti in mare, ma è ancora alto il malumore tra i pescatori di Rimini. Il caro gasolio sta creando grandi difficoltà e un possibile ulteriore aggravio sarebbe del tutto insostenibile. Le barche, dopo lo sciopero della scorsa settimana, hanno ripreso l'attività ma solo per due giorni a settimana in modo da mantenere una produzione minima per i mercati in attesa degli aiuti dal Governo.

"Mercoledì prossimo - spiega Massimo Pesaresi, direttore cooperativa lavoratori del mare - ci sarà in votazione lo scostamento di bilancio, nel pacchetto di misure per la pesca ci sono 20 milioni di euro di contributo per il carburante delle imbarcazioni da pesca, oltre a questo la richiesta è il ripristino integrale della legge 30 del 1998 dove il pescatore aveva un abbattimento dei contributi previdenziali e assistenziali dell'80%, attualmente l'abbattimento è del 47%. Chiesto poi l'anticipo del fermo pesca, invece che fare i mesi di luglio e agosto anticiparlo adesso in modo che quest'estate si possa andare in mare in attesa che le cose migliorino, soprattutto per quanto riguarda il discorso guerra".

Chiesto inoltre il ripristino della cassa integrazione ordinaria per i marinai. “La preoccupazione comunque resta molto alta – aggiunge Pesaresi – con questi rincari è sempre più difficile dare anche solo la paga minima ai marinai".

Nel servizio l'intervista a Massimo Pesaresi (Direttore cooperativa lavoratori del mare)





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