Sono trascorsi 75 anni da quella bomba, nel dicembre 1943, che portò via il teatro Amintore Galli ai riminesi. Ieri sera, dopo anni di progetti e ricostruzioni, il teatro è stato restituito ai legittimi proprietari. Ora, sontuoso di legni e stucchi, torna a nuova vita.
Il primo a salire sul palco è Luciano Bagli, responsabile della Protezione Civile, nato proprio in quel 28 dicembre fatto di bombardamenti. Racconta la sua storia: “Sono nato prematuro, mia mamma diceva per colpa dello spavento – ha continuato Bagli – Come tanti riminesi non ho mai potuto vedere un'opera qui dentro e stasera ci riesco”.
È quindi il turno del primo cittadino, il sindaco Andrea Gnassi che, commosso, ringrazia le amministrazioni che lo hanno preceduto e tutti quelli che hanno lavorato alla sistemazione del teatro. Si ricollega al racconto di Luciano Bagli, spiegando che le rispettive famiglie si erano rifugiate, come altre migliaia, in una galleria di Serravalle, a San Marino: “Ora chiudiamo una ferita”. Ora il Galli “nasce per andare oltre. Sarà un centro di produzione culturale, di relazioni, di rigenerazione urbana... buon viaggio, Teatro Galli”.
Partono poi le note della “Cenerentola” di Rossini. Entrano in scena i “Musiciens du Prince di Monaco” con il coro maschile dell'”Opéra di Monte-Carlo”. A celebrare il battesimo del Galli è stata chiamata Cecilia Bartoli, mezzosoprano che veste i panni di Angelina, stella della lirica mondiale nata a Roma ma particolarmente legata alla città che ha dato i natali a suo padre, di Vergiano.
Fuori dalla sala, i tantissimi riminesi che non sono potuti entrare si godono lo spettacolo dal maxischermo, allestito sulla facciata del teatro, di una gremita Piazza Cavour. Anche loro verranno salutati dalla stessa Bartoli alla fine dello spettacolo. Perché il teatro è di tutti. È un inno alla cultura.
fm
Il primo a salire sul palco è Luciano Bagli, responsabile della Protezione Civile, nato proprio in quel 28 dicembre fatto di bombardamenti. Racconta la sua storia: “Sono nato prematuro, mia mamma diceva per colpa dello spavento – ha continuato Bagli – Come tanti riminesi non ho mai potuto vedere un'opera qui dentro e stasera ci riesco”.
È quindi il turno del primo cittadino, il sindaco Andrea Gnassi che, commosso, ringrazia le amministrazioni che lo hanno preceduto e tutti quelli che hanno lavorato alla sistemazione del teatro. Si ricollega al racconto di Luciano Bagli, spiegando che le rispettive famiglie si erano rifugiate, come altre migliaia, in una galleria di Serravalle, a San Marino: “Ora chiudiamo una ferita”. Ora il Galli “nasce per andare oltre. Sarà un centro di produzione culturale, di relazioni, di rigenerazione urbana... buon viaggio, Teatro Galli”.
Partono poi le note della “Cenerentola” di Rossini. Entrano in scena i “Musiciens du Prince di Monaco” con il coro maschile dell'”Opéra di Monte-Carlo”. A celebrare il battesimo del Galli è stata chiamata Cecilia Bartoli, mezzosoprano che veste i panni di Angelina, stella della lirica mondiale nata a Roma ma particolarmente legata alla città che ha dato i natali a suo padre, di Vergiano.
Fuori dalla sala, i tantissimi riminesi che non sono potuti entrare si godono lo spettacolo dal maxischermo, allestito sulla facciata del teatro, di una gremita Piazza Cavour. Anche loro verranno salutati dalla stessa Bartoli alla fine dello spettacolo. Perché il teatro è di tutti. È un inno alla cultura.
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