Aveva portato con sé una fede nunziale perché ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di riconquistare la sua ex compagna dopo una relazione di 17 anni vissuta in Perù e poi interrotta. Era in Italia da un mese il peruviano di 54 anni che ha ucciso con 21 coltellate la sua ex compagna, una connazionale 46enne in una abitazione di via Dario Campana a Rimini. Sembra essere stato un abbraccio rifiutato ad aver scatenato la reazione dell'uomo. L'uomo ha ferito anche la figlia 27enne, avuta da una precedente relazione, mentre cercava di fermare la furia del padre. Portata in Ospedale è stata dimessa, con una prognosi di 20 giorni per lesioni alle mani e all'addome, ed è stata sentita dal Pubblico Ministero come il padre che, in sede di interrogatorio, ha confessato.
"Le due persone - ha spiegato in una conferenza stampa il Procuratore Capo della Procura di Rimini, Elisabetta Melotti - non abitavano insieme nell'appartamento. La signora era venuta in Italia per lavorare come badante nel luglio del 2021 mentre l'uomo è entrato in Italia con visto turistico in aprile e abitava a Milano. La donna - ha proseguito – è andata all'incontro' con l'ex compagno 'sapendo che lo avrebbe visto ed era preoccupata: questo lo aveva detto a una sua amica cui aveva lasciato il passaporto per il timore che l'uomo cercasse di convincerla a tornare in Perù''.
A dare l'allarme, facendo scattare la chiamata alla Polizia è stata una altra coinquilina arrivata nell'abitazione in cui si trovavano, oltre alla vittima, la figlia dell'uomo e la nipote.
Nel video l'intervista a Rosanna Lavezzaro, questore di Rimini