La battaglia sulla tampon tax è quasi vinta in Italia: tra i provvedimenti inseriti nella manovra 2022 c'è infatti la riduzione dell'Iva per i tamponi e gli assorbenti femminili dal 22 al 10%. Finora i prodotti per l’igiene femminile sono stati considerati dei beni al pari di vino, sigarette e vestiti e con questo provvedimento rientrerebbero nella stessa categoria di birra, biscotti, caffè e cioccolato. La strada è ancora lunga per arrivare a considerarli beni di prima necessità, come alcuni prodotti alimentari, per i quali l'imposta sul valore aggiunto è fissata al 4%. A San Marino la tassazione è al 17% come previsto dall'imposta monofase.
In Italia è stata introdotta per la prima volta l'iva sugli assorbenti femminili nel 1973. In molti Paesi europei la situazione è migliorata da alcuni anni. La Germania, ad esempio, dal 1 gennaio 2020 ha stabilito un'imposta sui prodotti igienici femminili al 7%, precedentemente era l 19%. Anche il Lussemburgo è passato dal 17 al 3% e dal 2015 un provvedimento in Francia ha ridotto l’imposta dal 20 al 5,5% e il Belgio è passato dal 2018 dal 21 al 6%. Il Regno Unito ha portato la tassa al 5% nel 2000 e nel 2005 l’Irlanda l’ha eliminata.