Gli investigatori tenevano da tempo sotto intercettazione tre giovani egiziani. E nella notte sono scattate le manette.
Il primo, di 22 anni, si definiva un “lupo solitario” e si vantava di aver ricevuto un addestramento militare molto approfondito. È stato arrestato in un blitz della Polizia di Milano. Il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso dal Gip de L'Aquila, città da dove è partita l'indagine; l'accusa ipotizzata è associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia del terrorismo.
Legati a lui, altri due egiziani contro i quali è stato già emesso un provvedimento di espulsione da parte del ministro dell'Interno, anche su uno dei due risulta al momento irreperibile. Secondo gli investigatori i due, di 21 e 23 anni, avevano dei legami di stretta amicizia con il giovane 22enne e svolgevano attività di propaganda per lo Stato islamico.
L'indagine nasce oltre un anno fa e, dicono gli investigatori, "conferma l'efficacia del livello di prevenzione del nostro paese". A ricevere la prima informazione è stata infatti l'intelligence: verso la fine del 2017 gli 007 hanno segnalato che tra i frequentatori di un gruppo Whatsapp formato da militanti islamisti ce ne era uno che aveva un'utenza italiana.
L'informazione è stata girata alla Polizia e le verifiche hanno immediatamente consentito di accertare che fosse proprio il 22enne arrestato oggi l'utilizzatore di quel numero di cellulare. A quel punto l'egiziano è stato tenuto costantemente sotto controllo dagli uomini dell'Antiterrorismo, sia nel periodo in cui ha vissuto da clandestino in provincia di Teramo sia successivamente, quando si è spostato a Milano.
Nel corso dell'indagine, inoltre, gli investigatori sono riusciti a recuperare decine di file audio scaricati dal giovane: si tratta di inni jihadisti e sermoni di imam radicali prodotti dall'apparato mediatico dell'Isis in cui si esalta il martirio e si ribadisce l'odio nei confronti dell'occidente
Il primo, di 22 anni, si definiva un “lupo solitario” e si vantava di aver ricevuto un addestramento militare molto approfondito. È stato arrestato in un blitz della Polizia di Milano. Il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso dal Gip de L'Aquila, città da dove è partita l'indagine; l'accusa ipotizzata è associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione e apologia del terrorismo.
Legati a lui, altri due egiziani contro i quali è stato già emesso un provvedimento di espulsione da parte del ministro dell'Interno, anche su uno dei due risulta al momento irreperibile. Secondo gli investigatori i due, di 21 e 23 anni, avevano dei legami di stretta amicizia con il giovane 22enne e svolgevano attività di propaganda per lo Stato islamico.
L'indagine nasce oltre un anno fa e, dicono gli investigatori, "conferma l'efficacia del livello di prevenzione del nostro paese". A ricevere la prima informazione è stata infatti l'intelligence: verso la fine del 2017 gli 007 hanno segnalato che tra i frequentatori di un gruppo Whatsapp formato da militanti islamisti ce ne era uno che aveva un'utenza italiana.
L'informazione è stata girata alla Polizia e le verifiche hanno immediatamente consentito di accertare che fosse proprio il 22enne arrestato oggi l'utilizzatore di quel numero di cellulare. A quel punto l'egiziano è stato tenuto costantemente sotto controllo dagli uomini dell'Antiterrorismo, sia nel periodo in cui ha vissuto da clandestino in provincia di Teramo sia successivamente, quando si è spostato a Milano.
Nel corso dell'indagine, inoltre, gli investigatori sono riusciti a recuperare decine di file audio scaricati dal giovane: si tratta di inni jihadisti e sermoni di imam radicali prodotti dall'apparato mediatico dell'Isis in cui si esalta il martirio e si ribadisce l'odio nei confronti dell'occidente
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