Cinque milioni 694mila poveri assoluti, sono quasi il 10% della popolazione. Un dato che fotografa un quadro allarmante e che Caritas arricchisce, declinando variabili sociale e demografica. L'emergenza è legata a diversi fattori: il lavoro, che è a sua volta povero – vale a dire – intermittente, con contratti atipici e salari bassi. Povertà abitativa, poi, con famiglie senza casa o in condizioni inadeguate. Accesso all'istruzione e alle nuove tecnologie sempre più difficile per questa fascia, alimentando le disuguaglianze.
Più colpiti sono i giovani e, appunto, le famiglie (oltre l'8% dei nuclei), in una curva da almeno un decennio è inarrestabile: raggiunta la quota più alta della serie storica, progressivamente si ribalta il divario, nel rapporto tra Settentrione e Meridione. Negli ultimi 10 anni, infatti, il numero di famiglie povere residenti al Nord è raddoppiato, passando da 500mila a un milione, e superando così quello del sud e delle Isole, complessivamente. Ancora, in luce una tendenza tutta italiana, relativa alla cosiddetta povertà ereditaria: le difficoltà economiche paiono, infatti, perpetuarsi di generazione in generazione.
Circolo vizioso che colpisce, in Europa, il 20% degli adulti, in Italia salgono al 34%. Valori più alti, solo in Romania e Bulgaria.