Gli esteri con la guerra in Ucraina. La Russia minaccia l'uso di armi nucleari 1000 giorni di guerra in Ucraina e il conflitto sembra di fronte a un bivio. Da una parte la possibilità che Trump, una volta in carica, porti i due belligeranti a un accordo di pace. Ipotesi accolta dal Cremlino se – dice – il presidente eletto degli Usa “ascolterà le preoccupazioni della Russia e capirà le ragioni del suo agire”. Dall'altra parte Putin approva il decreto che rende possibile una risposta nucleare di Mosca anche ad attacchi non nucleari. In particolare quelli ucraini, con missili forniti da Paesi occidentali 'nucleari'. Proprio dopo il primo attacco dell'esercito ucraino nella regione di Bryansk con i missili a lungo raggio forniti dagli Usa. “E' già la terza guerra mondiale – tuona Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo -. E' nostro diritto reagire con armi di distruzione di massa anche ovunque contro la Nato”. 1000 giorni dall'inizio del conflitto, il 24 febbraio 2022. Da allora migliaia di cittadini sono morti, la popolazione è diminuita di un quarto e oltre 6 milioni vivono come rifugiati all'estero. In 400 si trovano a San Marino e il segretario agli Esteri Luca Beccari, nella ricorrenza odierna, rinnova il suo auspicio per la fine immediata delle ostilità: “Senza che ciò rappresenti una resa incondizionata dell’Ucraina – chiosa –. Con la speranza che si arrivi presto al dialogo tra le parti e al raggiungimento di una pace globale”. Sessione speciale per il Parlamento europeo, con l'intervento del presidente ucraino Zelensky, che chiede di costringere con la forza Putin alla pace. “E' piccolo rispetto all'Europa unita – sottolinea in videocollegamento -. Le sanzioni sono essenziali”. Dall'Italia il supporto viene garantito: “Continueremo a sostenere l'Ucraina – assicura il ministro degli Esteri Tajani –, dal punto di vista militare, economico e politico”.