Nulla da fare: al vertice del Cairo salta la dichiarazione finale. Il summit sulla pace si chiude con il solo comunicato della presidenza egiziana. Inconciliabili le divergenze fra Paesi arabi ed occidente, le cui diplomazie – secondo quanto si apprende - volevano la sola condanna di Hamas.
“Il conflitto a Gaza mette alla prova l'umanità": ha dichiarato Al-Sisi in apertura, invocando il ritorno al tavolo negoziale per un cessate il fuoco e l'applicazione della soluzione di due Stati. L'Egitto – scrive nel comunicato che chiude i lavori - "ha cercato di costruire un consenso internazionale che trascende culture, razze, religioni e posizioni politiche”, e "chiede la fine della guerra che ha causato la morte di migliaia di civili innocenti sia da parte palestinese che israeliana". Nel corso del Summit emerge bipartisan l'esigenza di "una soluzione a due Stati".
"Non lasceremo mai la nostra terra” ripete due volte il presidente palestinese Abu Mazen. Per il re di Giordania "quello che sta facendo Israele a Gaza sono crimini di guerra”. Ancora scosso da quanto visto al valico di Rafah, il Segretario generale dell'Onu Guterres parla di “catastrofe” e lancia un accorato appello per una tregua. "I diritti dei palestinesi – dice - sono legittimi".
Prende la parola la premier Meloni: "Il terribile attacco di Hamas si è abbattuto contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti, che è giusto condannare senza ambiguità". L'impressione – continua - è che l'obiettivo fosse costringere a una reazione che creasse un solco incolmabile fra Paesi arabi, Israele e Occidente”. "Il bersaglio – avverte - siamo tutti noi. Cadere in questa trappola sarebbe stupido". Nessuna causa – continua la premier - "giustifica terrorismo, donne massacrate e neonati decapitati". "Uno Stato è pienamente legittimato a rivendicare il proprio diritto alla difesa, all'esistenza, alla sicurezza dei propri cittadini e confini. Ma la reazione di uno stato non può e non deve mai essere motivata da vendetta”.
A margine del vertice, il bilaterale con al-Sisi e Abu Mazen, al quale la Meloni conferma il sostegno dell'Italia all'Autorità palestinese. Poi, tappa in Israele, per incontrare il premier Netanyahu e il capo dello Stato ebraico Herzog.