Calo importante del 7,4% del mercato automobilistico dell'Europa Occidentale. A gennaio - secondo i dati dell'Acea, l'associazione dei costruttori europei dell'auto - sono state immatricolate 1.135.116 vetture con un calo del 7,4%. L'Italia registra un calo del 5,9% con una crescita di interesse per le alimentazioni alternative. In particolare per l'auto elettrica pura l'incremento è del 586,6%, ma l'incidenza sul totale delle vendite resta modestissima (dallo 0,2% del gennaio 2019 all'1,2%). Italia che fa quindi meglio di Germania (-7,3%) e Francia (-13,4%).
Nel primo mese dell'anno il gruppo Fca ha immatricolato nel vecchio Continente il 6,7% di auto in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Complessivamente, Fca ottiene quindi un risultato migliore di quello del mercato con aumenti della quota per i marchi Fiat (+0,3%) e Lancia, in crescita dello 0,1%. Significativa crescita per il brand in Italia, dove nel mese aumenta le vendite del 5,6%. Panda e 500 si confermano ancora una volta leader assolute del segmento A. Alfa Romeo nel mese immatricola 3.400 vetture. Tra i modelli, Stelvio in Italia è tra le più vendute della sua categoria, con una quota dell'11,3%. Positivo anche il risultato di Giulia, ai vertici del segmento D tra le versioni berlina. Sono 10.800 le Jeep registrate in gennaio che permettono al brand di mantenere la quota all'1%, la stessa di un anno fa. Risultati significativi per la Renegade che con quasi 5.600 immatricolazioni ottiene una quota del 4,2% nella sua categoria mentre oltre 4 mila sono le vendite di Compass.
Diverse sono le ragioni, per il Centro Studi Promotor, che influiscono sulla partenza in rosso delle vendite di auto. "In primo luogo - spiega il presidente Gian Primo Quagliano - a gennaio si paga la forzatura fatta a dicembre per smaltire scorte di auto che non sarebbe più stato possibile vendere nel 2020 per il nuovo giro di vite sui livelli di emissioni”. “Pesa ancora la demonizzazione del diesel – commenta Quagliano - che determina un crescente interesse per le alimentazioni alternative a cui non corrisponde un'offerta di auto elettriche coerente con la capacità di spesa della massa degli automobilisti”. La conseguenza è "una crescita in termini percentuali, ma non in valori assoluti delle immatricolazioni di vetture elettriche accompagnata dalla richiesta di incentivi pesanti ma non ci sono in questo momento in Europa le condizioni perchè queste possano essere accolte”.