Si aggrava l'escalation della crisi siriana dopo l'attacco turco. Migliaia di civili in fuga dalle zone di battaglia.
“Eravamo loro alleati ma ora gli Stati Uniti ci hanno voltato le spalle e hanno dato luce verde ad Erdogan per attaccare i civili”: Medea Ghanm, 25 anni, scappa coi suoi tre figli dai bombardamenti e dall'avanzata di terra dell'esercito turco lungo il confine tra Tal Abyad e Ras al Ayn, dove fino a una settimana fa erano di stanza, contingenti statunitensi. Come Medea, decine di migliaia i civili in fuga dal raggio d'azione delle armi. Anche Medici Senza Frontiere ha dovuto abbandonare l'unico Ospedale dell'intera area. Non ci sono informazioni da fonti indipendenti ma l'esercito turco afferma di aver conquistato almeno 11 località minori, colpito 180 obiettivi e neutralizzato – cioè ucciso, ferito o catturato – 342 miliziani curdi, considerati terroristi da Ankara. Rimasti uccisi, nei combattimenti, anche due soldati turchi. 11 le vittime tra i civili, secondo fonti giornalistiche. Arrestate in Turchia 121 persone che sui social hanno criticato l'intervento militare.
E a due giorni dall'avvio dell'operazione lanciata da Erdogan, la comunità internazionale si muove in ordine sparso. Inascoltata la voce dell'Unione Europea che ha chiesto alla Turchia di fermare le armi. Anche il Pentagono oggi ha chiesto di porre fine alle operazioni militari mentre il Presidente Russo Putin ha espresso il timore che i terroristi dell'Isis, prigionieri dei curdi, possano scappare. Intanto il Segretario Generale della Nato Stoltenberg, ad Istanbul, per incontrare il Ministro degli Esteri Turco, ha esortato la Turchia "ad agire con moderazione" sottolineando le proprie "serie preoccupazioni per un'ulteriore destabilizzazione della regione”.
"San Marino – fa sapere il Segretario di Stato agli Esteri Renzi – segue la situazione con apprensione, nell'auspicio di una rapida soluzione del conflitto”. L'Isis, intanto, rialza la testa: diverse le vittime per un'autobomba a Qamishli, nell'area siriana, sempre meno sotto il controllo curdo.