Bruxelles tira dritto sulla procedura di infrazione sui balneari. La Commissione europea ha emesso oggi il parere motivato contro l’Italia, il secondo passo nella procedura aperta nel dicembre 2020 con una lettera di messa in mora. Ora, se il governo non fornirà risposte convincenti o non si adeguerà alla normativa europea entro due mesi, l’Esecutivo Ue potrebbe decidere di deferire l’Italia alla Corte di giustizia europea che potrebbe portare a una sanzione pecuniaria verso il Belpaese.
L’annosa questione dell’applicazione della direttiva Ue del 2006 sui servizi per liberalizzare il settore delle concessioni balneari, la cosiddetta Bolkestein, mette il governo alle strette. Per la Commissione europea, la corretta applicazione delle norme è sempre la massima priorità: “preferiamo sempre trovare un accordo con gli Stati membri piuttosto che portarli alla Corte di giustizia”, spiega una portavoce.
Il governo Meloni, che ha prorogato la messa a gara delle concessioni demaniali al dicembre 2024, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato imponesse l’avvio dei bandi dal 1° gennaio 2024, pensa di poter evitare di applicare la normativa dimostrando che il bene ‘spiagge’ in Italia non è scarso. La mappatura effettuata di recente dimostrerebbe che solo 33% della costa è occupato, ovvero che il 67% è libero, ma i criteri con cui è stata fatta sono controversi. "Siamo pronti a dare risposte immediate alla Commissione europea - ha affermato il ministro dei Trasporti e vice premier Matteo Salvini -. Stiamo già lavorando da mesi nella direzione auspicata dalla Commissione”.
Fabio Fantozzi
(La Presse)