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Berlino, 30 anni senza il muro

9 nov 2019
Nel servizio, l'intervista a Giampiero Gramaglia, direttore di AffarInternazionali.itNel servizio, l'intervista a Giampiero Gramaglia, Direttore responsabile "AffarInternazionali"
Nel servizio, l'intervista a Giampiero Gramaglia, Direttore responsabile "AffarInternazionali"

Sono passati 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino. Il 9 novembre 1989 si 'infrangeva' il simbolo della divisione del mondo in due sfere d'influenza, da una parte Stati Uniti, Francia e Regno Unito e dall'altra l'Unione sovietica. Fu costruito, dalla Germania Est, dal 1961, per separare la capitale delle due Germanie. Lo sbarramento era composto da due muri paralleli e, in mezzo, la cosiddetta "striscia della morte". Continui, negli anni, i tentativi di fuga di persone da est verso ovest, con metodi dai più elementari ai più spettacolari. Molti morirono durante il passaggio. I dati ufficiali parlano di 133 vittime, ma altre fonti parlano di numeri maggiori.

Poi la caduta, con manifestazioni di gioia per il riavvicinamento tra gli abitanti berlinesi. Da allora cambiarono gli equilibri geopolitici. Celebrazioni soprattutto a Berlino, con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ha parlato di un "giorno fatidico". Dalla politica sammarinese interviene Libera che, tramite una nota, ricorda la speranza dell'epoca affinché le "grandi potenze" potessero lavorare insieme per risolvere il problemi. Però, afferma Libera, "purtroppo oggi non è così". E aggiunge: "i muri sono dappertutto". 

Nel servizio, l'intervista a Giampiero Gramaglia, Direttore responsabile "AffarInternazionali"



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