Camminava con passo ciondolante; secondo fonti di stampa era ubriaco, Cesare Battisti, quando è stato fermato – ieri - a Santa Cruz de la Sierra. A bloccarlo una squadra speciale dell'Interpol composta anche da agenti italiani. L'ex membro dei “Pac” non ha opposto resistenza. Si è tolto la barba posticcia e ha mostrato un documento brasiliano con i suoi reali dati anagrafici. 64 anni; evaso nel 1981 dopo una condanna per banda armata. Il terrorista venne condannato in contumacia per la partecipazione a 4 omicidi; ma scappò in Messico e in Francia, prima di raggiungere il Brasile; dove a dicembre aveva fatto perdere le sue tracce, dopo un ordine di cattura spiccato nei suoi confronti. Soddisfazione è stata espressa dal Presidente della Repubblica Mattarella; con l'auspicio che Battisti “venga prontamente consegnato alla giustizia italiana”. Il Presidente del Consiglio Conte ha parlato della cattura come di “un risultato atteso da oltre 40 anni”. “La pacchia è finita”, gli ha fatto eco il Vicepremier Salvini; al quale il figlio del nuovo Presidente del brasile, Bolsonaro, aveva dedicato il primo post dopo la cattura. Intanto un aereo del Governo è già decollato per la Bolivia. Secondo fonti di stampa ritornerà in Italia, con a bordo Battisti, nel pomeriggio di domani. In base ad un accordo tra Roma e Brasilia, al pluriomicida non si sarebbe potuta applicare la reclusione a vita – in caso di estradizione – poiché vietata dalla Costituzione brasiliana. Ma il Ministro Bonafede ha già annunciato che Battisti sconterà l'ergastolo; tornando in Patria direttamente dalla Bolivia. “E' fatta, credo sia la volta buona”: questo il commento di Alberto Torreggiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 dai “Proletari Armati per il Comunismo”. Nella sparatoria rimase gravemente ferito e perse l'uso delle gambe. Da 40 anni chiede sia fatta giustizia.
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