Theresa May si inchina ai falchi e chiede all'Unione Europea di riaprire l'accordo sulla Brexit per cercare di ottenere una modifica dell'accordo di divorzio raggiunto a novembre e allontanare così il contestato backstop sulla questione del confine irlandese. La premier punta a chiudere il supplemento di negoziato con Bruxelles entro il 13 febbraio, per poi sottoporne il risultato a un nuovo voto parlamentare. Lo ha detto la stessa May ai Comuni, precisando di voler tornare in aula anche se il negoziato con Bruxelles dovesse fallire - sempre entro il 13 - con un statement da sottoporre al dibattito della Camera con votazioni su possibili emendamenti il giorno dopo.
"Dobbiamo rendere chiaro all'Unione Europea ciò che serve per ottenere il sostegno di questa Camera" a un accordo di divorzio sulla Brexit, ha sottolineato May, insistendo sul dovere di "onorare la volontà popolare" del referendum del 2016 e di far "uscire il Regno Unito dall'Unione Europea" e ribadendo la data di uscita del "29 marzo 2019". "L'unico modo per evitare un no deal", ma anche per evitare una "no Brexit", ha ripreso la premier, "è quello di avere un deal". Per questo, ha annunciato, intendo "tornare a Bruxelles" per negoziare un accordo che possa essere approvato a Westminster.
"Dobbiamo rendere chiaro all'Unione Europea ciò che serve per ottenere il sostegno di questa Camera" a un accordo di divorzio sulla Brexit, ha sottolineato May, insistendo sul dovere di "onorare la volontà popolare" del referendum del 2016 e di far "uscire il Regno Unito dall'Unione Europea" e ribadendo la data di uscita del "29 marzo 2019". "L'unico modo per evitare un no deal", ma anche per evitare una "no Brexit", ha ripreso la premier, "è quello di avere un deal". Per questo, ha annunciato, intendo "tornare a Bruxelles" per negoziare un accordo che possa essere approvato a Westminster.
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